Analisi dell’ANAC sul monitoraggio delle criticità del whistleblowing
A cura dell’Avv Chiara Parasiliti
Nell’ambito della disciplina del whistleblowing, l’ANAC ha pubblicato gli esiti dell’indagine (anonima) condotta attraverso un questionario da sottoporre ai soggetti tenuti ad attivare e gestire i canali interni di segnalazione nelle proprie amministrazioni/enti, sia del settore pubblico che del settore privato.
Risultati dell’Analisi nel settore privato
Nel settore privato hanno risposto 213 organizzazioni in relazione alle quali è emerso, tra l’altro:
Segnalazioni Anonime: Il 45% delle organizzazioni non sta ricevendo segnalazioni anonime ed il 40% le trattata come segnalazioni di whistleblowing.
Soggetti da cui l’ente sta ricevendo segnalazioni: nel 50% dei casi le segnalazioni vengono effettuate dai dipendenti dell’organizzazione e nel 23% dai lavoratori autonomi, liberi professionisti, consulenti che svolgono la propria attività, a seguire gli altri soggetti.
Canali Interni Informatizzati: I soggetti privati che avevano l’obbligo di attivare un canale interno di segnalazione dal 17 dicembre 2023 risultano essersi adeguati, attivando una piattaforma informatica che, nella maggioranza dei casi, risulta specificamente progettata per gestire segnalazioni di whistleblowing, cifrando sia i dati in transito che i dati a riposo, prevedendo specifiche funzionalità per agevolare il rispetto della normativa privacy e per la gestione del processo di lavorazione della segnalazione. Occorre, però, segnalare che 29 partecipanti hanno confermato che il proprio canale non applica l’autenticazione a due fattori.
Canali interni non informatizzati:
- quanto alle altre modalità con cui le organizzazioni consentono di presentare le segnalazioni in forma scritta, la maggioranza (46%) delle organizzazioni ha previsto la posta ordinaria; il 44% la raccomandata; sono state previste, poi, la PEO e la PEC (nonostante non siano utilizzabili), la consegna diretta all’ufficio protocollo.
- quanto alla possibilità di effettuare segnalazioni orali, circa il 64 % ha dichiarato di averla prevista.
Formazione del personale: La maggioranza degli enti ha pianificato o sta pianificando iniziative di formazione del personale per divulgare le finalità dell’istituto del whistleblowing e la procedura per il suo utilizzo.
Codici di comportamento/codici etici e responsabilità disciplinare: La maggioranza delle organizzazioni ha implementato nei codici di comportamento/etici delle forme di responsabilità disciplinare nei confronti dei soggetti incaricati di gestire le segnalazioni, nelle ipotesi di violazione dell’obbligo di riservatezza dell’identità del segnalante e degli altri soggetti la cui identità va tutelata.
Soggetti a cui è affidata la gestione della segnalazione: 123 organizzazioni si sono affidate ad un soggetto interno (principalmente all’ OdV, Organismo di internal audit, Organo collegiale interno preposto, RPCT, Ufficio compliance, Responsabile risorse umane, mentre 60 ad una persona fisica esterna (consulente, avvocato, etc.).
Conclusioni e Prospettive Future
L’ANAC ha identificato importanti spunti di riflessione e ha sottolineato la necessità di chiarire le modalità di coordinamento tra il gestore esterno delle segnalazioni e gli uffici interni delle amministrazioni/enti e che dall’analisi non risulta chiaro come venga garantita la riservatezza del segnalante e degli altri soggetti tutelati nelle ipotesi in cui la segnalazione riguardi i vertici aziendali e/o organi di controllo chiamati a supervisionare.